Per il trattamento iniziale del disturbo depressivo maggiore (Major Depressive Disorder, MDD) in genere si utilizza un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI). Alternative ragionevoli sono rappresentate da un inibitore della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI), dal bupropione e dalla mirtazapina. Con questi farmaci il miglioramento dei sintomi può verificarsi entro le prime due settimane di trattamento, ma un beneficio sostanziale può non essere raggiunto prima di 4-8 settimane. (1)
FARMACI DI PRIMA LINEA
SSRI – Non esistono prove convincenti che un SSRI sia più efficace di un altro per il trattamento del MDD. Come terapia di prima linea degli adulti vengono spesso impiegati la sertralina (Zoloft Viatris e altri; disponibile anche come medicinale equivalente) o l’escitalopram (Escertal Zentiva Italia, Dinol Pharmacare e altri; disponibile anche come medicinale equivalente). La fluoxetina (Prozac Eli Lilly e altri) è l’unico SSRI approvato dalla FDA e in Italia per il trattamento del MDD nei bambini.
Effetti avversi – Con l’uso degli SSRI possono verificarsi irrequietezza, agitazione e insonnia; questi effetti possono essere ridotti al minimo iniziando il trattamento con dosi subterapeutiche e aumentandole progressivamente. Possono verificarsi anche nausea, diarrea, cefalea, vertigini, affaticamento e disfunzioni sessuali. Gli SSRI possono causare iponatriemia, in particolare negli anziani e in chi assume diuretici tiazidici. Possono inoltre aumentare il rischio di emorragie, in quanto inibiscono l’assorbimento della serotonina da parte delle piastrine. Con tutti gli SSRI è stato segnalato di rado un prolungamento dell'intervallo QT; il rischio sembra essere maggiore con il citalopram (Elopram Lundbeck Italia e altri; disponibile anche come medicinale equivalente), seguito dall’escitalopram. Con l’assunzione continuativa di un SSRI alcuni pazienti aumentano notevolmente di peso, soprattutto durante il secondo e terzo anno di trattamento.
Quando gli SSRI vengono interrotti bruscamente, possono verificarsi sintomi da sospensione come nervosismo, ansia, irritabilità, sensazione di scossa elettrica, crisi di pianto o tristezza, vertigini, stordimento, insonnia, confusione, difficoltà di concentrazione, nausea e vomito. Questi effetti si verificano più frequentemente con la paroxetina (Eutimil GlaxoSmithKline e altri; disponibile anche come medicinale equivalente), probabilmente a causa della sua breve emivita, e meno spesso con la fluoxetina, a causa della sua lunga emivita e dei suoi metaboliti attivi.
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