The Medical Letter TML n. 5 / 2022

Nr. 05 del 09/03/2022

TML n. 5 / 2022 FARMACI NON OPPIOIDI PER IL DOLORE

I farmaci non oppioidi possono essere utilizzati nel trattamento di molte condizioni di dolore nocicettivo e neuropatico. Per il dolore grave, specie per il dolore cronico da cancro, può essere necessario il ricorso agli oppioidi. I trattamenti non invasivi non farmacologici, comprese le terapie fisiche e psicologiche, hanno dimostrato di alleviare il dolore e la funzionalità nei pazienti che soffrono di alcune comuni condizioni di dolore cronico ed è improbabile che causino gravi danni. Un approccio multimodale alla terapia analgesica può migliorare il controllo del dolore, riducendo la somministrazione di oppioidi e gli effetti avversi.




ANALGESICI NON OPPIOIDI


Per il trattamento iniziale del dolore da lieve a moderato, si prediligono gli analgesici non oppioidi come il paracetamolo e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).




PARACETAMOLO Il paracetamolo è disponibile in diverse formulazioni orali, spesso in associazione con altri farmaci da banco (OTC) o disponibili su prescrizione medica, e in formulazioni rettali ed EV. Non esercita un’attività antinfiammatoria clinicamente significativa ed è generalmente meno efficace di un FANS nell’alleviare il dolore, ma ha meno effetti avversi. In alcuni studi condotti su pazienti con dolore cronico, il paracetamolo non si è rivelato più efficace del placebo.
Effetti avversi – La maggior parte dei pazienti sani può assumere fino a 4 grammi di paracetamolo al giorno senza effetti avversi, ma l’uso ripetuto di tali dosi è stato associato ad aumenti dell’alanina aminotransferasi (ALT) e dell’aspartato aminotransferasi (AST).
Il sovradosaggio di paracetamolo può causare epatotossicità grave o fatale. In alcuni pazienti, come quelli a digiuno, forti consumatori di alcol o che stanno assumendo contemporaneamente un farmaco o un integratore a base di erbe che esercita un’interazione, può svilupparsi epatotossicità dopo un sovradosaggio moderato o anche ad alte dosi terapeutiche. A seguito di un sovradosaggio di paracetamolo può verificarsi anche un danno renale acuto. Nei pazienti con ipertensione, l’assunzione regolare giornaliera di 4 grammi di paracetamolo aumenta la pressione sanguigna sistolica di circa 5 mmHg. Alcune metanalisi di studi di coorte e caso-controllo hanno suggerito che l’uso a lungo termine di paracetamolo è associato a un aumento del rischio di carcinoma a cellule renali.

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